Stati generali del patrimonio industriale 2022

Volume a cura di Edoardo Currà, Marina Docci, Claudio Menichelli, Martina Russo, Laura Severi

Marsilio Editori, Venezia 2022
  • formato ebook
  • euro 9,99
  • ISBN 978 88 297 1666 1

Manuel Ramello presenta il contributo Rigenerazione urbana. Restauro e riuso del Paraboloide di Casale Monferrato (con Stefano Invernizzi).

Alessandro Depaoli e Damiana Sarah Russo presentano il contributo Strategie di sviluppo per la fabbrica di cioccolato Cima Norma a Torre-Blenio (Svizzera).

Manuel Ramello, Alessandro Depaoli e Damiana Sarah Russo presentano il contributo L’ex Cementi Alta Italia a Casale Monferrato (AL): patrimonio industriale, ricettività innovativa e valorizzazione del territorio.

Gli abstract dei contributi sono scaricabili qui.

L’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI), in occasione dei suoi 25 anni, ha promosso i Secondi Stati Generali del Patrimonio Industriale. Per tracciare un bilancio ed elaborare strategie e visioni ha posto le condizioni per l’incontro tra gli addetti ai lavori e il confronto tra i molteplici ambiti operativi, di ricerca e istituzionali coinvolti. Ci si è riuniti a Roma e a Tivoli con la consapevolezza che il primo lascito dell’età industriale siamo noi, la nostra società con i suoi pregi e le sue contraddizioni, le incredibili conquiste degli ultimi secoli. La risposta è stata ampia e tra i numerosi contributi presentati in questo volume, si possono scorgere studi e appelli, buone pratiche di conservazione e progetti di riuso, percorsi culturali e azioni di valorizzazione del patrimonio intangibile. Il tutto fa ben constatare che pur con impianti metodologici fortemente caratterizzati, sono sempre di più le discipline che convergono sull’oggetto e sui contesti della produzione e gradualmente assimilano i principi consolidati dell’archeologia industriale. Le voci di una comunità segnata dai due anni di pandemia mostrano più incisivamente il divario tra il permanere di emergenze culturali e ambientali, da un lato, e un’aumentata tensione al riconoscimento e al ripensamento dell’eredità industriale, dall’altro. Quest’ultima si conferma sia nella centralità che le memorie e la cultura industriale hanno assunto nelle strategie di ripresa dei programmi nazionali ed europei, sia nelle potenzialità di riscatto sociale economico e ambientale che emergono da una declinazione aggiornata dei progetti di recupero e rigenerazione.