aree ex fiat mirafiori – tne pidgin. conservare per innovare

 

CONCORSO DI IDEE PER IL RIUSO DELLE AREE EX INDUSTRIALI MIRAFIORI A TORINO

TORINO

Italia
2015
PROGETTO MENZIONATO
SCALA: COMPLESSO INDUSTRIALE  

TEAM:

Manuel Ramello (EXINDUSTRIA), Alessandro Depaoli (EXINDUSTRIA), Grazia Carioscia, Marco Mancini, Ambra Seghesio, Stefano Girodo

Il complesso della FIAT occupa un’area consistente del territorio di Mirafiori, in parte recuperata dopo la dismissione, in parte in attesa di una nuova vocazione che le restituisca un’identità. Il progetto, in risposta al concorso di idee bandito nel 2015, interviene su un’area di circa 142.000 mq denominata ex DAI, occupata da alcuni capannoni in disuso. L’intervento, a carattere temporaneo, polivalente e reversibile, si inserisce in una struttura codificata, quella della fabbrica, che per la sua configurazione tipologica presenta un’elevata flessibilità, creando strutture lessico sintattiche mutevoli, proprio come accade per i nuovi idiomi derivanti dalla mescolanza di lingue di popolazioni differenti, venute a contatto a seguito di migrazioni, colonizzazioni e relazioni commerciali. Si genera così un nuovo sistema di comunicazione: il pidgin.

Gli elementi di progetto inseriti sono strumenti e spunti per un nuovo ciclo di vita della fabbrica di Mirafiori finalizzato alla rigenerazione ambientale e socio-economica del contesto.

Vasti orti urbani collettivi occupano ben 13.200 metri quadrati dell’area di intervento. Attraverso di essi si intende riannodare il legame della Comunità di Mirafiori con la pratica dell’orticoltura spontanea praticata dagli immigrati che giunsero a Torino negli anni ‘60-’70, finalmente svolta in un contesto sicuro, delineabile come luogo di incontro e di scambio reciproco.

Nuovi contenitori ospitano spazi destinati all’Università e acceleratori di impresa afferenti alla sfera della bioecologia dove sperimentare metodologie innovative da trasferire nel settore agricolo, tessile o nella bioedilizia.

Il Parco è l’elemento di interazione tra ricerca e attività imprenditoriale nel campo della green economy. Esso è concepito come un “laboratorio a cielo aperto” dove svolgere ricerca multidisciplinare e sperimentazioni afferenti alla sfera della bioecologia.

Le nuove strutture verticali svettanti sulle coperture dei capannoni dismessi suggeriscono punti di vista privilegiati, come i periscopi di cui richiamano la forma. Questi elementi costituiscono nuovi segni simbolici di riconoscibilità del complesso come spazio aperto che si guarda attorno.

Il volume d’ingresso è pensato come una serra bioclimatica a sviluppo longitudinale, uno spazio verde “vissuto” che ospita gli ateliers degli artisti e degli artigiani e le relative superfici espositive.

L’insieme delle funzioni legate al tema del verde contribuisce a definire uno spazio mutevole che cambia forme e colori assecondando il ciclo di vita della natura.

LO STATO DI FATTO

IL PROGETTO